1970Testi Critici e Saggi

1970 dott. Tommaso Paloscia

La pittura di Beppe Domenici affonda le radici in quella di Viani, così come è accaduto per molti dei suoi colleghi viareggini; con la differenza che, pur essendone venuta fuori la ricerca autonoma, l’arte di Beppe non ha inteso tradire la lezione meravigliosa rimasta come traccia nel segno che incide i volti degli uomini e dei paesaggi. La sua strada l’ha cercata nel colore, quel colore che ogni tanto avvampa furioso e che poi, all’improvviso, come  pentimenti inconsci, ripiega su stesure monocromatiche a giocare con i toni. Allora il mare della Versilia, che fa capolino in cima ad una spiaggia immensamente profonda e marcata da qualche straccale, si fa scuro e compatto a contrastare la luce intrisa nella sabbia; oppure un picco delle Apuane ingrigisce come punteruolo per forare il cielo-padrone che tutto contempla e sorveglia.

Beppe è ritrattista nato e mi par di ricordare certe teste saldamente proposte con quel segno che nulla concede al piacevole o al grazioso: ritratti del dopoguerra, amici e personaggi tipici della Versilia che il sole e il mare avevano scavato come fanno i corsi d’acqua tra le rocce. Erano ritratti bellissimi in una serie di cui resta qualche esemplare, come questa “ donna del Maffei” con le braccia lunghe dalle mani annodate sul grembo come a distanziare il volto che spicca sulle terre calde di un abito senza fronzoli; un ricordo del’47 messo qui a testimoniare della serietà della ricerca. E poi ci sono le darsene che si espongono alle esercitazioni di tutti i pittori nati o vissuti a Viareggio: barche di ogni dimensione e tipo, soprattutto i colori che urlano in gamme di rossi vivi o di blu inquietanti a sostenere il ritmo di una pennellata veloce ma sicura e lungamente pensata. A riproporre storie antiche e sempre nuove di cui è intessuta la vita della darsena, dei pescherecci, dei pescatori.

Domenici non ha viaggiato soltanto col pensiero oltre i confini di quel suo mare splendido dall’orizzonte immutabile,o di quelle montagne dai picchi minacciosamente incantevoli delle Apuane: è stato in America, ha girato gli Stati Uniti e si è addentrato tra le visioni stupende del Sud-America, nel Venezuela e nel Brasile, ovunque cercando riscontri alla propria fantasia di ragazzo inquieto. Perché tale è rimasto anche oggi inquieto e saggio insieme, soprattutto ragazzo curioso e disposto  all’avventura.

Tommaso Paloscia  1970

Giornalista e critico d’arte : La Nazione, Nazione Sera,  Arte In, Gazzetta delle Arti.