Dai lunghi soggiorni per terre di nuovi continenti Venezuela, Caraibi, Bahamas, compresa l’ultima esperienza brasiliana dei negri, delle terre assolate, dei forti colori,degli accesi contrasti, con tutto il suo folklore, gli usi e abitudini. Come itinerari di richiamo e di conoscenza, aumenta e si consolida il suo patrimonio artistico. Però non dimentica la sua Viareggio e la sua Versilia. Sono le ispirazioni a cui non può rinunciare; è la nostalgia a cui rispondere. E ritornerà sempre al suo faro in cima al molo, mai stanco, né sazio, ma sempre più assetato di nuovi motivi, di nuovo linguaggio, di una ultima definizione che però, forse, non verrà mai, perché l’arte non ha limiti, non ha fine, perché è continuazione e mai perfezione. E Beppe Domenici lo sa. Continua la sua missione con fede e perseveranza, facendo sempre più vasta, inesauribile e cosciente la sua opera. Pittore, scenografo, ceramista, incisore di larga notorietà e prestigio, ha sempre condotto la sua arte, pur rapportata al soggetto e al tema, senza mai allontanarsi del suo stile e dalla sua personalità. Arte sana, franca, rapida, efficace, carica di energia cromatica controllata, dagli accenti luminosi, istantanei; arte che sente l’impegno dell’indagine dalla quale trae motivi più aderenti all’ambiente, al clima, al momento e più affini anche al suo intimo, istintivamente; arte della realtà vigorosa e pungente, dal taglio vivo, incisivo, e dove il felice rapporto spazio-luce e forma-materia è fattore espressivo determinante, punto centrale, focale, creativo-strutturale dell’opera tutta.
Prof. Alvaro Bongi 1971