1974 galleria Guelfa -Firenze
Un affettuoso racconto di Beppe Domenici
Nemmeno una gobba di collina nei paesaggi di Beppe Domenici: le cime appuntite o nettamente squadrate delle Apuane tagliano sempre tutti gli orizzonti del pittore viareggino. E’ questo il primo senso di un racconto affettuoso e rude che l’artista versiliese conduce con estrema sobrietà anche il colore, parlando della sua terra.
Poi c’è Viareggio, una città sempre invernale e perciò una città sconosciuta alle folle balneari che si portano via, a settembre, immagini festose e solari, oppure in Carnevale, quelle un po’ matte dei corsi mascherati. Beppe Domenici, che vive in una casetta in Darsena, in via dei pescatori, ignora la Viareggio del sole e della festa. La sua è una Viareggio spopolata e fredda dove tutti si conoscono e dove moltissimi guardano alle cave come al luogo di un durissimo lavoro. Solo per Carnevale Domenici abbandona i pennelli e lo scalpello (egli è anche un valido scultore) e si mette addosso la veste del Mago per lavorare intorno ai carri.
Ne inventa di bellissimi ma è una breve parentesi : l’amore per il grande Viani, suo amico e maestro, lo richiama davanti al cavalletto e Viareggio torna a mostrare il volto segreto dell’ inverno.
Alla fiorentina galleria Guelfa è aperta in questi giorni una mostra di quadri di Domenici.
Ritratti di minatori, strade viareggine solitarie, perfino la spiaggia coperta di neve con una desolata barca imbiancata. I volti degli operai sono seri, forti, dolorosi così come anche Viani li vide; le trame dritte delle cave sono tracciate in primo piano e il colore è metalloso, spesso aspro, sempre molto bello. Una mostra che è una specie di vacanza in riva a un mare proibito.
Aurelio Ragionieri giornalista e critico per La Nazione a Firenze 1974 ,e per rivista Il Mondo dell’Arte 1974