Quando incontri il genio te ne accorgi.
Io l’ho incontrato a Viareggio, il giorno in cui anni fa, conobbi Beppe, il prof. Giuseppe Domenici operatore culturale ed artista di alto livello, uomo di smisurate conoscenze (sapere)di dote intellettiva e morale indubbiamente eccezionale, temperamento passionale ed eclettico. Egli è attivissimo, (a parte le sue singolari qualità rimaste ancora nell’ombra di saggista). Nelle arti figurative, pluri materiche, della pittura e della scultura ( non dimentichiamo che Viareggio è poco lontana da Pietrasanta ) alla scenografia e creazioni in plastiche nell’arredamento.
Nato a Viareggio (dove risiede e opera tuttora) il 5 aprile 1924 (sotto il segno zodiacale dell’Ariete!) iniziò la sua attività artistica nel 1933 guidato da Norma Mascellani allieva di G. Morandi ed al seguito del famoso attivo gruppo di vageri pittori nella scia di Lorenzo Viani. Docente apprezzato, diplomatosi al Liceo Artistico di Firenze, dal 1946/’47 in poi non si contano le sue mostre personali in Italia e all’estero, i premi e i riconoscimenti prestigiosi da lui conseguiti persino negli Stati Uniti, in Australia, in Brasile, in Venezuela dove fu incaricato di realizzare alcune composizioni parietali sulla storia della musica criolla.
Domenici, assorbe facilmente e proficuamente la cultura sud americana, nella sua vitalità e colore, direi solarità. Lo si può scoprire, almeno secondo me,anche nei più recenti quadri, il quale pur non rinunciando ai suoi viaggi di lavoro e di sperimentazione non solo artistica, studia l’umano-relazionale. Si dedica presto all’utilizzo della ceramica e della scultura operando nel contempo con successo per il Carnevale di Viareggio.
La sua fama è tale che nel 1980 è chiamato dalla Regione Toscana a partecipare al Festival delle Arti Italiane di Melbourne ed al Festival di Edimburgo. Nel 1990 è invitato al Festival Italiano di Fremantle-Perth.
Viene invitato alla XX° Quadriennale di Torino, vince il premio Costa Linea C 1974.
Le opere di Domenici si trovano presso collezioni di Rio de Janeiro ,Caracas, New York ,Miami Montreal ,Roma,Milano, Bolzano ,Verona, Firenze, Genova, Venezia, Lucca ,Pisa ,oltre Melbourne Perth, Praga,Chicago,ecc..
Molte sono le pubblicazioni e quotazioni relative alle opere dell’artista ,appaiono su Comanducci Quadrato, Idaf73, il Miliardo, Bolaffi e sulle più diffuse riviste internazionali.
Beppe (così lo chiamano gli amici e conoscenti) è un ottimo e sopratutto originale scenografo. In questo campo ha eseguito nel 1950 ideazioni per la Rinascente a Milano, a Cinecittà per la Filmar negli anni ’60/’61 assieme a C. Rambaldi ed ancora oggi riceve incarichi scenici e teatrali per prestigiosi circensi quali Orfei, e Togni.
Al Carnevale di Viareggio e di Acqui Terme si contano una ventina di sue presenze, tutte apprezzabili, così come furono utili a tutti i partecipanti, ai vari corsi professionali sull’arte della cartapesta impostati e condotti dallo straordinario talento artistico e didattico di Domenici.
Le sue opere in ceramica, marmo e bronzo si possono ammirare sia in Viareggio che all’estero. Prestigiose progettazioni sono state l’ Hipocampo Night Club di Caracas e l’arredo settecentesco ceramico del Macy’s Magazine di New York, oltre il Circus on Ice(Moira Orfei anni ’70) e il Florilegio negli anni ’90 dei Togni. Chi frequentò negli anni ’80 la famosa Bussola Domani poté ammirare gli interventi scenico fantasiosi del Nostro, di quell’ambiente di fama mondiale, noto per la presenza di valenti cantanti e cantautori musicali a cominciare da Mina.
E’ stupefacente constatare come il Domenici riesca (e questo anche grazie ad una silenziosa, discreta, efficiente presenza femminile) a far fronte a tanti impegni pluri-artistici e saggistici come un suo progetto quale sintesi storico-sociologico sul mondo del Teatro e Humour ( Le Origini delle Maschere Italiane) racconto per genesi letteraria di accurata ricerca su Arte del Sorriso ancora in via embrionale.
Gli scritti inediti del Domenici, che io ho avuto ed ho la gioia di conoscere, grazie alla cortesia dell’autore, sono tali da rappresentare una serie di opere indubbiamente originali, per interessamento dal punto di vista culturale (e didattico nello specifico).
Oggi Beppe si autodefinisce pittore “incoerente-trans-espressivo-formale”. Questa particolare definizione per il linguaggio in immagine, nasce dall’acutezza intellettiva e da quella forma più alta e rara dell’ironia attraverso la dose di humour di cui Domenici è dotato.
Anche i neurobiologi ossia i veri deputati all’uopo, sostengono oggi che l’umorismo ( attenzione lo distinguo dalla comicità) è un ottima terapia per quell’unità o sintesi bio-psichica che è l’uomo, specie se immerso nell’esistenza.
Ritorno al tema:_ il prof. Giuseppe Domenici, tempra dantesca, di uomo che ha fatto sempre parte a se stesso, in un dignitoso atteggiamento alieno, geneticamente, da ogni forma di compromesso anche ideologico e perciò non abbastanza valorizzato in loco, può dare tanto alla nostra cultura. In questa nostra Italia dissestata e dissennata anche e sopratutto a livello politico (o per motivo di precisione etimologica partitico).
Egli ci propone:
- un nuovo Concretismo ( o concretismo contemporaneo)
- un nuovo Espressionismo Figurativo
- una rappresentazione Concretistica fine ‘900 (concretismo fine sec.XX°) lo stesso maestro (non faccio fatica ad usare questo termine, da buona filologa _mi si dica pure dilettante qual sono_) di sé parla così:
Da esploratore vivente e partecipante al mondo di oggi, vario e talora inquietante, sto navigando nel meraviglioso, e non da tutti abbastanza conosciuto, mare dell’Arte del Sorriso sulla nave ( non stultifera navis) della saggia follia, abbeverato dalle salubri coppe di nettare di Aristofane ed Erasmo di Rotterdam, che si esprime in quella da me definita l’incoerenza vitale, quella cioè in apparenza non ortodossa che rifiuta la coerenza formale come canone o formula di base in ambito artistico suo esistenziale.
Se dovessi tradurre visivamente, in un qualunque aspetto della vita compreso il mondo vegetale, la complessa personalità di Beppe la paragonerei alla natura vigorosa ferrigna e rupestre, ma tanto suggestiva nella sua apparente immobilità, che è tipica della mare-terra-Versilia-Apuana. Di quella Versilia lambita dall’azzurro Tirreno il cui paesaggio rappresenta un motivo ricorrente ricco nella sua vena tematica pittorica del Nostro.
Per conoscerlo meglio occorre più di una visita, visione e rivisitazione alla sua più recente produzione pittorica, avvolta nell’ironico aperto spazio Mascherero ove la realtà e l’immaginifico giostranti nell’assurdo terapeutico, rinnovano messaggi a suo modo universali utili alle soglie del 2000.
Una rivelazione, un messaggio di vita o meglio ancora una metafora della vita stessa.
Il tutto più utile di certe lezioni televisive e degli incontri culturali più o meno efficacemente svolti e condotti attraverso gli odierni canali multimediali.
1998 prof.ssa Ivana Barsotti