Beppe Domenici: il ricordo di un dipinto
…Beppe lo ricordo come un eterno ragazzo, con la stessa grinta, la stessa inesausta folgorazione, fascino e curiosità verso ogni riflessione. Saint Exupery iniziava il suo Piccolo Principe con una dedica nella quale sosteneva che tutti i grandi sono stati bambini una volta ( ma pochi di essi se ne ricordano). E’ un affermazione azzardata, ma terribilmente reale, questa, soprattutto al giorno d’oggi. Ciò che vidi in Beppe fu l’esatto contrario. Lui era quell’adulto Principe che aveva dipinto il suo regno con i colori sapienti della vita, con quel pennello che aveva saputo intingere nella tavolozza del mondo immortalando le avventure vissute nei cinque continenti in una tela, in una ceramica, nel materiale plastico, nella creta, nelle scene di uno chapiteau…ma era anche quell’eterno bambino dagli occhi brillanti che sapeva leggere nel cuore altrui…..Capacità tecnica, manuale e soprattutto cerebrale: così ricordo Beppe, un uomo-artista, incoerente formale, come disse lui, che ha saputo passare da uno stile all’altro con elasticità, eleganza, assoluta padronanza del materiale e del gesto, come se fosse abitato a sua volta da diversi artisti, ognuno rigorosamente Maestro nel proprio settore: uno squisito scherzo del destino da immaginare come un gioco di Matrioske!……….Un giorno mi disse che l’ orizzonte dello chapiteau è il migliore che aveva mai incontrato perché oltre ad esso aveva potuto conoscere un universo a se stante, colorato, folle, bizzarro, stravagante, bellissimo: un po’ come lui! E lo era, lo era davvero!……Ecco perché persone come Beppe non hanno conosciuto, né mai conosceranno il significato di un confine: semplicemente perché non ce l’hanno! Credo che nessun orizzonte abbia mai rappresentato per lui un limite: non era un punto di arrivo, ma uno di inizio: lì sbocciava la sua fantasia e, credo, il suo carisma che lo legava alla vita…….
dott.ssa Valeria Bolgan 2009