Smile Art. L’ultima produzione di Beppe Domenici.
Sono passati alcuni anni dal primo incontro con Beppe Domenici eppure quel giorno è rimasto impresso nella mia mente, soprattutto il ricordo del suo sguardo vivace, intelligente e pungente che, a dispetto dell’età, brillava ancora dell’entusiasmo tipico della giovinezza. Beppe Domenici attraverso quegli occhi ha raccontato tante storie diverse, ha descritto luoghi, personaggi ed emozioni, alla continua ricerca di linguaggi e stili, in un incessante sperimentazione pittorica priva di contraddizioni e mai banale. Uomo anticonformista e acuto Domenici ha fatto dell’ironia una poetica di vita, un modo per affrontare anche le tematiche più serie con leggerezza, lasciando sempre spazio al sorriso, adottando una visione del mondo che appartiene alla gente della sua Viareggio e che ritrovo, ad esempio, tra le pagine di Mario Tobino o nei testi di Egisto Malfatti. La ricerca espressiva dell’artista si evolve attraverso i contatti con il mondo del circo, l’esperienza come carrista e caricaturista, la vicinanza alla commedia dell’arte e gli studi sull’Humour e sulle maschere italiane, fino ad arrivare alla nascita di un filone artistico specifico, sviluppato a partire dagli anni Novanta, che lo stesso pittore definisce “Smile Art”.
L’arte del sorriso è per Domenici la capacità di leggere la realtà circostante attraverso il filtro dell’ironia, senza mai scadere nel superficiale, raccontando il mondo con l’occhio critico e a volte impietoso di chi osserva la commedia umana recitata sul palcoscenico della vita. Ecco allora la presenza della maschera, alter ego del pittore, in alcuni casi vero e proprio autoritratto, interprete delle molteplici sfumature dell’animo umano, elemento dissacratorio che consente all’artista di raccontare la vita senza drammaticità, con leggerezza, a volte con una vena poetica e malinconica. Nascono così opere come “Exit”, metafora del precario equilibrio del mondo sempre più fragile di fronte alla minaccia del potere e della guerra, dove a simboli di pace vengono contrapposti strumenti bellici, o ancora “Corpo Apuano” giocato sul doppio senso, dove pagliacci scalpellini modellano un gigantesco corpo femminile marmoreo, a cui fa da sfondo l’immagine del monte Forato. Nelle “Bizzarrie”, quadri di piccolo formato concepiti come scenette di genere, Domenici affronta tematiche complesse come la morte, la fama,l’arte contemporanea, la preoccupazione per un futuro radioattivo: accanto alla maschera compare il personaggio dello scheletro che dialoga con l’autoritratto dell’artista in un gioco macabro privo però di risvolti tragici. Un atmosfera metafisica, irreale, si respira invece nei quadri ambientati sulla spiaggia, dove compaiono maschere e cavalli, all’interno di una composizione studiata sull’equilibrio tra colori e forme , in un alternanza di quiete e movimento, che in alcuni casi diventa una danza.
Raggiunta la fase matura della propria evoluzione pittorica Domenici, lungi dal ripiegare su un manierismo formale riproponendo i temi e gli stili del fortunato periodo delle marine e delle Apuane, perseverando in quel brillante eclettismo che lo caratterizza, ha cercato ancora strade diverse, trovando nella Smile Art nuovi stimoli creativi.
L’uomo e l’artista guardano ormai la vita con il sereno distacco di chi sa di averla vissuta, sorridono dei tanti dilemmi che affliggono l’umanità evidenziandone le contraddizioni, rivelano una realtà fatta di maschere, di pagliacci che agiscono sopra un palcoscenico. Eppure Domenici guarda le sue maschere con affetto, si sente parte del circo della vita e ne comprende appieno la magia: il senso della pittura non sta nel voler appartenere ad una corrente, nel sentirsi portatore di valori universali, ma piuttosto nella volontà di raccontare il mondo senza pretese, secondo un proprio punto di vista, lasciando un segno, un piccolo messaggio a chi verrà dopo di noi.
Ecco cos’è la Smile Art: è il sorriso ironico del pittore che si diverte guardandoci attraverso il quadro, è una commedia comica con un retroscena amaro, il trucco sul volto del clown che recita sul palcoscenico della vita.
Dott.ssa Claudia Baldi 2010