Testi Critici e Saggi

2015 Chi era Beppe Domenici

By 9 Marzo 2024No Comments

Chi era Beppe Domenici?

Beppe è stato più di un amico, un fratello maggiore che ho conosciuto quando veniva a Montelupo dal Londi e siamo rimasti in contatto finché  è morto.  Da giovane il naso era la sua caratteristica anatomica che risaltava talmente sulla sua figura molto alta e molto magra diventandone il protagonista nei suoi ritratti caricaturali e ci ridevamo sopra.

La sua grande energia mista a curiosità lo impegnavano nel lavoro, cercava soluzioni creative che a volte noi ragazzi apprendisti facevamo le scommesse sui risultati finiti. Disegnava sempre e spiegava di più in disegno che a parole. A Firenze i suoi studi di architettura lo avevano educato a considerare il disegno fondamentale per ogni tipo di idea da sviluppare nei lavori eseguiti così sua cultura unita alla creatività realizzava  opere già all’epoca innovative. Lui a Montelupo aveva una grande amicizia con il Londi, con Aldo, perché Aldo era uno dei ceramisti che era uscito un po’ dal vecchio modo di fare ceramica e ricercava, e quindi si trovavano in quella maniera, in accordo nel lavorare ceramica. E la grande magia era che Domenici è approdato alla ceramica essendo un uomo d’azione, di lavorazione, ma anche un uomo di cultura, noi a Montelupo siamo di cultura, ma siamo prigionieri nelle nostre ceramiche, siamo nella fornace, e abbiamo avuto la sfortuna di conoscere pochi artisti come Beppe.

I rapporti intrattenuti con gli altri collaboratori erano di stima e fiducia reciproca e ai  giovani apprendisti  come me insegnava pazientemente. Aveva un animo onesto che conteneva ancora l’ingenuità del “fanciullino” come si dice dalle nostre parti. E scherzava su tutto, con battute ironiche e scherzose che solo noi toscani facciamo; è successo che dai forni usciva qualche opera rotta, mentre il Londi si alterava lui ci faceva una battuta e tutti prendevamo a ridere.

Il suo carattere era scherzoso e ironico e arguto; e delle sue capacità non ha mai fatto vanto, tante volte gli ho suggerito di fare qualche intervista per pubblicitarsi, conoscevo diversi bravi giornalisti qua specializzati, ma lui reclinava l’offerta perché credeva di non dovere dimostrare niente a nessuno ma solo a se stesso, per questo è sempre stato libero anche nel rifiutare lavori che lo avrebbero obbligato a compromessi; ci siamo ritrovati a Vinci per lavoro io già grande e Beppe un uomo maturo ed è  stato come non fosse mai passato il tempo, anzi per dei miei lavori ho iniziato molto spesso a visitarlo a casa sua e la sua moglie è sempre stata cordiale e accogliente sempre con il caffè e biscotti pronti e un caloroso sorriso. Dopo spesso sono stato a trovarlo  a casa della figlia.

Eugenio Taccini 2015