19731974Testi Critici e Saggi

1973 – 1974 giornalista e critico Dino Villani

By 2 Marzo 2021No Comments

Beppe Domenici interprete della gente e del paesaggio apuano

Anche gli sprovveduti e i più sordi stanno rendendosi conto che, nei rapporti tra l’Uomo e la Natura, c’è qualche cosa che non funziona,  e minaccia di rompere quell’equilibrio che fino a poco tempo fa sembrava si fosse stabilito. L’Uomo, nella sua bramosia di ottenere specialmente il superfluo,  ha ritenuto suo diritto di approfittare, in tutti i modi, di quello che sembrava essere a sua libera disposizione, ma ne ha abusato ed ore sta accorgendosi di avere esagerato e che le cose se le trova contro.

Ritorneremo forse a riacquistar coscienza delle nostre dimensioni che dobbiamo rispettare nei confronti del mondo in cui viviamo e della posizione che abbiamo nel complesso dell’ambiente che alimenta le nostre attività. Beppe Domenici, favorito forse anche dalla possibilità di ambientare le sue scene, in un paesaggio: quello delle Apuane, dove la Natura assume aspetti monumentali, con un sapore anche leggermente drammatico.

Non è che trascuri di rilevare i caratteri sereni del paesaggio che pure ha intorno, nella costa dorata della Versilia: anzi, gli conosciamo certe visioni riposanti dai toni musicali, anche quando, lontano, sui cieli, si profilano fumanti ciminiere e metallici tralicci. Specialmente in questi ultimi tempi, dopo aver trattato separatamente ed attentamente studiato figure di lavoratori e di gente comune del popolo ( non soltanto della sua terra ma anche di altri Paesi ove è andato a operare) egli ora predilige ambientare le sue scene di lavoro e di riposo nel paesaggio delle sue montagne, cercando, pur senza comprimere le figure dei protagonisti, di farli sentire per quel che sono, veramente nei confronti di quello che hanno in torno. E, qualche volta, riesce  a rendere non soltanto ben realistiche, ma perfino simboliche, le immagini, facendo spiccare la piccola figura dell’ uomo al lavoro o che sosta, la donna che va col suo fardello sul capo, sullo sfondo del cielo profondo o della parete immensa di una montagna ferita. Stabilisce, con un piccolo espediente compositivo ed un gioco prospettico spesso abile ed intelligente, quelle proporzioni e quei rapporti che non si dovrebbero dimenticare.

Sembra che Domenici tenda a stabilire soltanto delle proporzioni, ma forze il discorso è più ampio perchè riesce a far sentire che, nella serenità della scena, c’è intorno un atmosfera di incoraggiante, feconda collaborazione. Non manca anche qualche tocco di tenerezza quando, per esempio, mette in primo piano una coppia di bianchi conigli che sembrano brucar un ‘erba tanto verde da lasciar pensare stia visibilmente crescendo sotto allo sguardo di chi si soffermi per un momento a pensare.

Questa sua pittura, che ha anche un contenuto simbolico, come vediamo, Domenici la conduce mostrando una solida preparazione ed un severo esercizio svolto in vari sensi per arrivare ad essere, com’è, padrone dei suoi mezzi. Se nel taglio dell’ immagine, sempre corretta, si può sentire a volte una lieve influenza di Viani ( che egli aveva eletto a suo Maestro spirituale), nel colore c’è spesso una freschezza che è tutta personale, carica di energie vitali; un timbro che lascia comprendere a volte l’esperienza del ceramista che è stato ad Albisola,. La tavolozza varia e pulita, che sembra ricavare dalla terra gli umori e dal cielo la luce viva del sole, è robusta e si sostiene bene anche senza bisogno di appoggiarsi al segno, quasi completamente assente.

Domenici costruisce le immagini con un tessuto cromatico vibrante, che le fa sentire cariche di energia, come lascia pensar di racchiudere energia compressa ed in parte sconosciuta tutto che c’è intorno anche se, apparentemente, mostra soltanto di dichiarare la sua imponenza ammonitrice.

Giornalista e Critico  Dino Villani 1973-1974

LOMBARDIA NOTTE -Milano

Artisti Comtemporanei in Italia e mostre d’arte 1973-1974 a Milano